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Ricostruzione 3 D

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Intorno al 1560, all’epoca della dominazione spagnola sull’Italia e a partire da un piano studiato dal Vicerè di Napoli, nel territorio di Taranto sorsero ben 17 torri di avvistamento, a partire dalla Torre Mattoni in agro di Ginosa Marina fino ad arrivare alla Torre Colimena in agro di Manduria, per proteggere i paesi rivieraschi della Puglia dalle incursioni dei pirati saraceni. Queste popolazioni saccheggiavano le coste e i paesi dell’interno, puntando ai tesori nascosti nelle chiese (arredi e oggetti in oro e argento) e alla cattura di schiavi, donne e bambini soprattutto, da rivendere sul territorio ottomano. Le torri di avvistamento avevano, dunque, non una funzione propriamente difensiva, quanto quella di avvistare per tempo l’arrivo delle navi dei pirati e mettere in allarme la popolazione affinchè potesse mettersi in salvo. Alla fine del XVI secolo molte di queste torri avevano già bisogno di seri interventi di restauro perchè erano state costruite con materiale non adatto a costruzioni militari che potessero resistere nel tempo (era stata utilizzata la calcarenite locale) e da maestranze del posto che non avevano esperienza nel costruire questo tipo di fortificazioni, ma la mancanza di risorse economiche all’epoca non lo rese possibile. Queste torri rappresentano un importante patrimonio storico, artistico e culturale del nostro territorio e andrebbero valorizzate attraverso adeguate operazioni di restauro e messa in sicurezza. Cosa che consentirebbe a quanti ancora non le conoscono di poterne apprezzare appieno la bellezza. Attraverso questo breve video e le ricostruzioni in 3d effettuate dallo Studio Tecnico Matacchiera e dalla dott.ssa Laura Pentassuglia, abbiamo voluto mostrare una piccola parte delle immense ricchezze del territorio tarantino, un territorio che ha ancora molto da offrire e di cui essere orgogliosi.
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(usare occhiali anaglifi)
La statua di San Cataldo fu posta all’ingresso del porto mercantile di Taranto per proteggere i naviganti e tutti gli operatori del mare. Fu commissionata allo scultore tarantino Francesco De Rosa dal Comitato delle Feste Patronali su iniziativa del presidente, Comm. Alfredo Colucci. L’Arcivescovo Mons. Ferdinando Bernardi benedì quest’opera il 1° giugno 1937, giorno della sua inaugurazione. Ai piedi della statua, alta 4 metri e posta su una base di 6, fu collocata una lapide dettata dal Criscuolo: “L’occhio fisso in Dio, la mente contro l’ira dei nembi. Per la salute dei naviganti. Il cuore per la mia città. Splendida di fede e di gloria”.